Bruzzano Vecchio

25.08.2018

Ai limiti degli attuali confini comunali di Bruzzano Zeffirio (RC), a pochi chilometri dall'abitato moderno, si trovano i resti archeologici di Bruzzano Vecchio noto anche come Bruzzano Vetere.

Bruzzano ha una storia molto lunga e affascinante. Alcuni studiosi ritengono che il nome derivi dal popolo Bruzio che abitava queste terre in epoca greca e romana; il sito, tuttavia, presenta essenzialmente vestigia di epoca medievale. Da qui passarono i saraceni, che assediarono la fortificazione nel 925, e numerosi signorotti fino ai Carafa che dominarono su queste terre fino alla fine dell'età feudale.

Nella morfologia dell'area spicca la caratteristica Rocca d'Armenia: una formazione rocciosa in arenaria su cui insistono i ruderi del castello. Il borgo antico, invece, si estendeva tutt'attorno ai piedi della Rocca.

Particolare dell'Arco dei Carafa
Particolare dell'Arco dei Carafa

La nostra visita è iniziata imboccando un itinerario lastricato che ci ha portato nei pressi del cosiddetto "guttaru", un ampio ambiente interamente scavato nella roccia destinato alla fermentazione del mosto e alla conservazione del vino.

All'interno si possono ancora apprezzare i segni degli scalpelli che dedussero l'ambiente dalla nuda roccia oltre all'incasso dell'architrave e all'alloggiamento del portone. Oggi il cosiddetto "guttaru" è un rifugio per i pastori e uno stazzo per gli animali.

Abbiamo, poi, ripreso la nostra visita imboccando nuovamente l'itinerario lastricato e addentrandoci nel sito. Prima di giungere nel cuore del complesso palaziale abbiamo dovuto oltrepassare una scalinata scavata nella roccia, una pregevole volta in mattoni e una serie di ambienti giustapposti. Siamo, così, giunti nel settore Sud-Est della Rocca. Questa parte era occupata fra il XIII e il XV secolo da vani adibiti verosimilmente a caserma del castello. Di questa fase si posso apprezzare alcune cisterne scavate nella roccia che erano destinate alla raccolta dell'acqua.

Nel corso del Cinquecento l'impianto originario fu modificato e riadattato a una nuova funzione: ospitare la famiglia Carafa. Da allora il settore Sud-Est è noto con il nome di "Casa del Principe".

Mentre il settore Sud-Est di Rocca d'Armenia, dunque, ospitò prima ambienti funzionali al castello e successivamente la residenza signorile, il settore Nord fu occupato dal Castello vero e proprio. La fortificazione fu fondata fra il X e XI secolo e come altre strutture analoghe di quel periodo rispondeva a requisiti specifici: per ragioni strategiche, si ergeva sulla cima di una altura a dominare la sottostante fiumara di Bruzzano e un'ampia porzione di costa. Della struttura purtroppo non rimane molto: venuta meno la funzione difensiva, il castello è stato abbandonato e progressivamente dismesso; i terremoti del 1783 e 1908 hanno contribuito definitivamente a ridurlo a pochi lacerti murari.

Fra il settore Nord e Sud-Est si trova la cappella nobiliare: realizzata con navata unica scavata nella roccia come altre strutture edificate a Rocca d'Armenia. Presentava un'abside sul fondo e due nicchie asimmetriche ai lati nelle quali sono conservate tracce di affreschi raffiguranti figure maschili stanti. Altri affreschi si dispiegavano sulla parete Ovest della Chiesetta: tutt'oggi si possono apprezzare i colori vivaci che disegnavano una teoria di santi.  

Cappella nobiliare
Cappella nobiliare
Panoramica dei resti del Castello
Panoramica dei resti del Castello

Ritornati al borgo, ci siamo recati all'arco trionfale dei Carafa, eretto nel XVII secolo e dedicato alla dinastia dei Principi Carafa; il manufatto non aveva una funzione strutturale, ma semplicemente celebrativa: rappresentava, probabilmente, l'ingresso al borgo da Est fungendo da porta urbica. Era costituito da mattoni messi in opera con malta a comporre un arco a tutto sesto fiancheggiato da false colonne e lesene. Il cuore in mattoni era coperto da un intonaco liscio su cui sono state affrescate scene floreali e stemmi. L'archetipo architettonico e lo stile decorativo richiamava la tradizione classica con evidenti reinterpretazioni in stile barocco locale.  

Giunti alla fine della nostra "esplorazione" di Bruzzano Vecchio, i nostri occhi e il nostro cuore erano colmi di suggestioni dal passato. C'è un fascino magico che aleggia su queste rovine: il castello in cima alla Rocca e il borgo sottostante richiamano immagini note e perpetuate dalla cinematografia o dalla letteratura: è facile, dinanzi a simili vestigia, immaginare i gloriosi tempi che furono... 

Autore
Esplorando dietro casa

© 2019 Esplorando dietro casa
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia