Bruzzano Vecchio
Ai limiti degli attuali confini comunali di Bruzzano Zeffirio (RC), a pochi chilometri dall'abitato moderno, si trovano i resti archeologici di Bruzzano Vecchio noto anche come Bruzzano Vetere.
Bruzzano ha una storia molto lunga e affascinante. Alcuni studiosi ritengono che il nome derivi dal popolo Bruzio che abitava queste terre in epoca greca e romana; il sito, tuttavia, presenta essenzialmente vestigia di epoca medievale. Da qui passarono i saraceni, che assediarono la fortificazione nel 925, e numerosi signorotti fino ai Carafa che dominarono su queste terre fino alla fine dell'età feudale.
Nella morfologia dell'area spicca la caratteristica Rocca d'Armenia: una formazione rocciosa in arenaria su cui insistono i ruderi del castello. Il borgo antico, invece, si estendeva tutt'attorno ai piedi della Rocca.
La nostra visita è iniziata imboccando un itinerario lastricato che ci ha portato nei pressi del cosiddetto "guttaru", un ampio ambiente interamente scavato nella roccia destinato alla fermentazione del mosto e alla conservazione del vino.
All'interno si possono ancora apprezzare i segni degli scalpelli che dedussero l'ambiente dalla nuda roccia oltre all'incasso dell'architrave e all'alloggiamento del portone. Oggi il cosiddetto "guttaru" è un rifugio per i pastori e uno stazzo per gli animali.
Abbiamo, poi, ripreso la nostra visita imboccando nuovamente l'itinerario lastricato e addentrandoci nel sito. Prima di giungere nel cuore del complesso palaziale abbiamo dovuto oltrepassare una scalinata scavata nella roccia, una pregevole volta in mattoni e una serie di ambienti giustapposti. Siamo, così, giunti nel settore Sud-Est della Rocca. Questa parte era occupata fra il XIII e il XV secolo da vani adibiti verosimilmente a caserma del castello. Di questa fase si posso apprezzare alcune cisterne scavate nella roccia che erano destinate alla raccolta dell'acqua.
Nel corso del Cinquecento l'impianto originario fu modificato e riadattato a una nuova funzione: ospitare la famiglia Carafa. Da allora il settore Sud-Est è noto con il nome di "Casa del Principe".
Mentre il settore Sud-Est di Rocca d'Armenia, dunque, ospitò prima ambienti funzionali al castello e successivamente la residenza signorile, il settore Nord fu occupato dal Castello vero e proprio. La fortificazione fu fondata fra il X e XI secolo e come altre strutture analoghe di quel periodo rispondeva a requisiti specifici: per ragioni strategiche, si ergeva sulla cima di una altura a dominare la sottostante fiumara di Bruzzano e un'ampia porzione di costa. Della struttura purtroppo non rimane molto: venuta meno la funzione difensiva, il castello è stato abbandonato e progressivamente dismesso; i terremoti del 1783 e 1908 hanno contribuito definitivamente a ridurlo a pochi lacerti murari.
Fra il settore Nord e Sud-Est si trova la cappella nobiliare: realizzata con navata unica scavata nella roccia come altre strutture edificate a Rocca d'Armenia. Presentava un'abside sul fondo e due nicchie asimmetriche ai lati nelle quali sono conservate tracce di affreschi raffiguranti figure maschili stanti. Altri affreschi si dispiegavano sulla parete Ovest della Chiesetta: tutt'oggi si possono apprezzare i colori vivaci che disegnavano una teoria di santi.
Ritornati al borgo, ci siamo recati all'arco trionfale dei Carafa, eretto nel XVII secolo e dedicato alla dinastia dei Principi Carafa; il manufatto non aveva una funzione strutturale, ma semplicemente celebrativa: rappresentava, probabilmente, l'ingresso al borgo da Est fungendo da porta urbica. Era costituito da mattoni messi in opera con malta a comporre un arco a tutto sesto fiancheggiato da false colonne e lesene. Il cuore in mattoni era coperto da un intonaco liscio su cui sono state affrescate scene floreali e stemmi. L'archetipo architettonico e lo stile decorativo richiamava la tradizione classica con evidenti reinterpretazioni in stile barocco locale.
Giunti alla fine della nostra "esplorazione" di Bruzzano Vecchio, i nostri occhi e il nostro cuore erano colmi di suggestioni dal passato. C'è un fascino magico che aleggia su queste rovine: il castello in cima alla Rocca e il borgo sottostante richiamano immagini note e perpetuate dalla cinematografia o dalla letteratura: è facile, dinanzi a simili vestigia, immaginare i gloriosi tempi che furono...
Autore
Esplorando dietro casa