Atene - Cronache di un viaggio- [Travel Vlog]

04.01.2019

"L'Europa inizia qui..."

Con queste parole, riportate su un pannello, il visitatore è accolto nell'area archeologica dell'Acropoli di Atene. È difficile dissentire. In Grecia sono nate le scienze che tutt'oggi studiamo: la matematica, la filosofia, la storia, l'archeologia solo per citarne alcune. La grecità, codificata nel canone architettonico, rivive negli edifici pubblici e istituzionali antichi e moderni di tutto l'occidente. Con lo spirito di un nipote che torna a casa dai nonni abbiamo raggiunto Atene e questo testo è la cronaca del nostro viaggio.

Il visitatore che si reca ad Atene ha la possibilità di immergersi in quel passato carico di storia e gloria che fa gola al resto del mondo e a cui tutte le altre nazioni un po' attingono. Tuttavia Atene può vantare attrattive che non esistono da nessun'altra parte nel mondo e proprio con l'intento di apprezzarle da vicino ci siamo recati nella capitale ellenica durante le festività natalizie.  

Tempio di Efesto nell'Agorà
Tempio di Efesto nell'Agorà

Purtroppo la nostra esplorazione è iniziata con un doppio imprevisto: il 25 e il 26 dicembre non abbiamo potuto visitate i musei e le aree archeologiche più famose poiché chiuse. Tuttavia questo non ci ha fermato, anzi è stato da incentivo per visitare le aree archeologiche ad accesso libero meno blasonate, ma non per questo meno importanti. A Ovest dell'Acropoli, seguendo gli itinerari di visita è possibile recarsi in alcuni siti davvero suggestivi. E nonostante la pioggia, questo il secondo imprevisto, abbiamo visitato la prigione di Socrate, il santuario delle muse, i ruderi delle mura di fortificazione e il monumento funerario di Filopappo rivolto verso l'acropoli a sottolineare l'importanza del personaggio a cui fu dedicato.

Ogni nostro passo è avvenuto sotto l'occhio vigile dell'acropoli incantevole sotto la pioggia, di notte avvolta da una illimmunazione davvero suggestiva o di giorno con il sole finalmente alto in cielo.

L'intensificarsi della pioggia ci ha fatto interrompere la nostra esplorazione che abbiamo ripreso il giorno seguente quando abbiamo visitato la collina pnice dove si conserva la tribuna dalla quale gli oratori intervenivano con i loro monologhi sulla vita politica della polis, il santuario di Pan, altre mura di fortificazione, la fonte calliroe dove si praticava il culto delle ninfe e le pendici dell'Aeropago dove l'uomo moderno da sfogo liberamente alla sua dipendenza da social con selfie e foto ricordo.

Finito il primo giorno della nostra visita ad Atene le nuvole di pioggia si sono definitivamente diradate per non tornare più per tutto il resto del nostro soggiorno. Abbiamo quindi approfittato per concederci una vista da favola della capitale greca salendo in cima al Licabetto, la collina che offre un affaccio su tutta Atene. Si può giungere sul Licabetto a piedi o tramite una funicolare, in ogni caso una volta in cima lo spettacolo è superbo. L'estensione urbanistica tutt'attorno è impressionante, al pari dello scorcio offerto dalle attrattive più celebri: in lontananza svetta l'acropoli e alle sue spalle il porto del Pireo, altrettanto visibile il tempio di Zeus Olimpio e lo Stadio.

Proprio lo Stadio è stata la nostra tappa successiva. Qui, durante l'antichità, si svolgevano le competizioni sportive dei giochi panatenaici. A poca distanza si trova lo Zappeion dove, invece, si svolsero le prime olimpiadi dell'età moderna nel 1896.

Una tappa obbligata per chi si reca ad Atene è Piazza Syntagma, su cui si affaccia il parlamento ellenico, dove è possibile assistere al caratteristico cambio della guardia che attira sempre un gran numero di curiosi.

A breve distanza dalla piazza siamo incappati, quasi casualmente, in un complesso termale databile tra III e V secolo d.C. Altrettanto casualmente siamo incappati in un ninfeo all'interno dei Giardini Nazionali. Si tratta solo di piccoli esempi che lasciano intendere quanto sia capillare la presenza delle vestigia antiche nella capitale greca che non sono riportate nei circuiti turistici standard.

Così si è concluso il nostro secondo giorno ad Atene, l'indomani avrebbero riaperto i musei e le aree archeologiche e avremmo potuto finalmente visitare l'Acropoli. 

L'uomo moderno in preda ai selfie sulle pendici dell'Areopago
L'uomo moderno in preda ai selfie sulle pendici dell'Areopago
L'odeon di Erode Attico
L'odeon di Erode Attico
L'arco di Adriano
L'arco di Adriano

Attraverso i Propilei siamo entrati nell'Acropoli e, come in un pellegrinaggio, ci siamo immediatamente ai piedi dell'attrattiva più celebre: il Partenone. Probabilmente il tempio più famoso al mondo: in piedi da 2500 anni nonostante sia stato trasformato prima in chiesa cristiana e poi in moschea, nonostante sia stato bombardato dai veneziani e nonostante venisse utilizzato dagli ottomani per farne vile calce. Ora è solo un rudere paragonato alla bellezza che aveva in età classica, tuttavia riesce ancora a lasciare senza fiato: le alte colonne e le profonde scanalature, le decorazioni delle metope e dei frontoni e migliaia di persone che lo ammirano sfilando ai suoi piedi.

L'acropoli offre molto altro oltre al Partenone. C'è il tempio di Atena Nike, la celebre loggetta delle Cariatidi, sulle pendici si trova il teatro di Dioniso, l'Odeon di Erode Attico e la stoà di Eumene, solo per citarne i resti più consistenti.

Per accede all'Acropoli abbiamo acquistato il ticket packages, un biglietto unico che consente di entrare in sette aree archeologiche al costo di 30 euro. Finita la visita all'acropoli abbiamo raggiunto la seconda destinazione compresa nel nostro biglietto: l'agorà.

L'agorà era il cuore della polis, il centro della vita politica e quotidiana della città. Dall'età greca all'età romana lo spazio dell'agorà fu più volte riorganizzato, accolse ingegnose opere idrauliche, abitazioni private e templi fra cui ricordiamo quello dedicato a Efesto ottimamente conservato.

Particolarmente suggestiva è la ricostruzione della stoà di Attalo che definiva il limite Est dell'agorà. All'interno dell'edificio è possibile visitare un piccolo museo dall'allestimento ben curato a restituire valore contestuale ai singoli reperti.

La Loggetta delle Cariatidi
La Loggetta delle Cariatidi

La tappa successiva è il foro romano. Tramite la porta di Atenea Archegetis si accede a un'ampia area porticata dove gli edifici più interessanti sono la torre dei venti (un ingegnoso orologio solare che prende il nome dal fregio) e le ingegnose latrine pubbliche.

A breve distanza dal foro c'è la biblioteca di Adriano. L'edificio è ampiamente rimaneggiato a causa dei lavori di adeguamento prima a chiesa e poi a moschea avvenuti nel corso dei secoli. Si tratta di un destino che accomuna la maggior parte degli edifici antichi di Atene. Dell'ampio quadriportico che componeva la struttura la parte meglio conservata è la facciata occidentale dove si possono ancora apprezzare le colonne in situ.

Ci siamo, poi, recati nel tempio di Zeus Olimpio. La storia di questo edificio di culto è particolarmente travagliata. Fu iniziato dai tiranni Pisistratidi nel 515 a.C., ma i lavori si bloccarono quando i tiranni furono scacciati. L'opera fu ripresa nel II secolo a.C. da Antioco IV, ma rimase incompleta a causa della morte del sovrano. Il tempio fu concluso solo dall'imperatore romano Adriano tra il 129 e il 131 d.C.

La nostra penultima tappa è il Liceo. Fondato da Aristotele sulle pendici meridionali del Licabetto, l'edificio fungeva sia da scuola che da palestra per la gioventù ateniese altolocata.

L'area archeologica che abbiamo visitato per ultima è quella del ceramico. Qui è possibile attraversare l'omonima necropoli dove si trovano tutt'oggi steli e monumenti funerari, le mura di fortificazione e i quartieri artigianali dove si conservano i resti delle fornaci usate per cuocere l'argilla. Dopo l'Acropoli, la visita al Ceramico è stata quella che abbiamo apprezzato di più.

Finite le aree archeologiche abbiamo iniziato a visitare i musei. Fra i tanti bisogna menzionare il museo di arte cicladica, il museo dell'acropoli che dal 2009 ha una nuova sede e un nuovo allestimento e il museo Nazionale sintesi mirabile del patrimonio culturale greco dove ammirare capolavori come la maschera di Agamennone e il dio di Capo Artemisio.

Infine, durante il nostro pellegrinare ad Atene, non abbiamo dimenticato di visitare i quartieri della Plaka e di Monastiraki e di godere della gastronomia ellenica.

Siamo giunti così alla fine di questo travel blog. In aereo non possiamo non ripensare a tutto ciò che abbiamo visto, a cosa è stata la Grecia in antichità con città costruite di marmo, filosofi, guerrieri e atleti e a cosa è tutt'oggi la grecità nella cultura occidentale. Abbiamo sempre ritenuto banale la massima secondo cui "senza il passato non c'è futuro" eppure, dopo questo viaggio, non riusciamo a non essere d'accordo. 

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Esplorando dietro casa 

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